Torniamo dopo 1 anno a scrivere qui (anche se non ci siamo mai fermati e non abbiamo mai smesso di pedalare) per raccontarvi di un percorso che “puntiamo” da almeno un paio di anni e che, per svariati motivi, non siamo mai riusciti a pedalare… fino a quest’estate.
Parliamo del Giro dei 5 Rifugi (zona Val Pusteria) che fino a qualche anno fa era percorribile soltanto con MTB o con mezzi adeguati a pedalare su sterrato (non sempre “compatto”).
Siamo quindi partiti da Dobbiaco, percorrendo per una ventina di chilometri la ciclabile Dobbiaco-Cortina, lasciandola poi poco dopo Hospitale per iniziare a salire verso il primo dei 5 Rifugi. La nostra scelta e’ stata di salire per la strada asfaltata che dal parcheggio Sant’Uberto sale verso il Rifugio Ra Stua, praticamente senz’auto se non le navette che dal parcheggio portano i turisti fino al Ra Stua, appunto.
Dal Ra Stua il fondo e’ cambiato ed abbiamo iniziato a pedalare su sterrato: a volte compatto, a volte un po’ piu’ scassato ed altre volte cementato (e chi e’ abituato a pedalare su percorsi di montagna sa cosa significa quando si incontra il cemento…). La salita dal Rifugio Ra Stua dopo una primissima parte quasi pianeggiante diventa dura, impegnativa ed ostica sia dal punto di vista fisico che tecnico perche’, nonostante si continui a pedalare sostanzialmente su una “strada bianca” si sta per parecchi chilometri in doppia cifra con pendenze tra il 15% ed il 20%, con punte anche sopra…
Quasi allo scollinamento per dirigerci verso il secondo rifugio previsto nel classico Giro dei 5 Rifugi, abbiamo proseguito la nostra salita verso il Rifugio Biella, sotto la Croda del Becco, pedalando in un contesto incredibile, quasi lunare. Andata e ritorno lungo la stessa “strada” e arrivati di nuovo al punto di partenza della deviazione, abbiamo proseguito verso il secondo (+1) dei rifugi: il Rifugio Sennes (siamo dentro al Parco Naturale di Fanes, Sennes e Braies quindi NO FLY ZONE e niente drone).
Dal Rifugio Sennes e’ iniziata una lunga discesa con molte curve e tornanti che e’ terminata, in modo molto ripido, al terzo (+1) dei rifugi: il Fodara Vedla, contornato da altre baite in una conca spettacolare verdissima in mezzo alle cime dolomitiche.
Piccola risalita di poche decine di metri ed e’ iniziata la discesa piu’ impegnativa della giornata che ci ha portati in poco meno di 2 km a perdere 400 metri di quota per raggiungere il Rifugio Pederù, il quarto (+1) della giornata e dell’anello; altra piccola sosta lasciando passare un temporale che avevamo schivato scendendo dal Rifugio Biella e poi di nuovo in sella per iniziare l’ultima ascesa di giornata.
Dal Rifugio Pederu’ siamo saliti quindi sempre su “strada bianca”, inizialmente in un contesto di nuovo molto spoglio e roccioso in mezzo a ghiaioni tipici dell’ambiente dolomitico e poi, dopo aver superato il “primo gradone”, il verde è tornato ad esserci compagno nell’ascesa fino ad arrivare (superato un secondo impegnativo gradone) al Lago Verde, in fondo al quale si erge il Rifugio Lavarella (che sarebbe il +1, +1 dei rifugi).
Siamo saliti quindi verso il Passo di Limo, passando per il quinto (ufficiale) rifugio: il Rifugio Fanes per affrontare poi gli ultimi insidiosi metri (fondo molto mosso) di salita proprio fino al Passo sotto il quale si trova l’omonimo Lago, il cui livello dell’acqua in questo 2022 è purtroppo molto basso.
Dal Passo di Limo inizia una lunga discesa che passa di fianco al Ucia Gran Fanes e poi prosegue fino al Ponte Outo da cui si può ammirare un panorama impressionante sulla forra sottostante. Il tempo a nostra disposizione ormai al limite non ci ha permesso di andare a vedere la cascata bassa di Fanes, raggiungibile a piedi in pochi minuti e quindi abbiamo proseguito nella nostra discesa per tornare sulla ciclabile Cortina-Dobbiaco e rientrare quindi a Dobbiaco.
Le raccomandazioni sono sempre quelle relative ai giri in montagna: assicuratevi di far sapere a qualcuno che percorso intendete fare se andate da soli, prestate MOLTA attenzione, montate rapporti agili (per una gravel 30×40, 30×42 possono “bastare”) e coperture generose (min 650×45 o 700×40).
Di seguito il video relativo all’escursione:
Bellissimo giro ! Panorami veramente notevoli .Fatto ieri in MTB muscolare .Complimenti per l’ottimo suggerimento .
Paolo
Grazie a te Paolo!!
Un saluto