Il Gravel inteso in senso stretto, quello su strade bianche, di campagna, che si sposa con un diverso modo di fare “cicloturismo” e’ indubbiamente quello che siamo piu’ abituati a vedere e, probabilmente per la maggior parte dei gravel-pedalatori, a fare.
Ma il Gravel e’ comunque per noi un modo anche per ESPLORARE il territorio in tutte le sue forme.
Siamo sempre stati amanti della montagna e dei contesti dolomitici, negli anni passati pedalati sulle salite piu’ conosciute e famose, rese tali sia dalle imprese dei ciclisti professionisti che vi transitavano durante le corse (Giro d’Italia in primis) sia da manifestazioni “di massa” dirette proprio ai cicloamatori (pensiamo ad esempio al “Sella Ronda Bike Day” o alle giornate di chiusura dei Passi) o per le Granfondo, sia stradali che MTB.
E cosi’ nasce l’idea di questo giro che unisca le salite ed i contesti dolomitici alla nostra voglia di esplorare.
La Val di Fassa, da molti anni per noi campo base di partenza per le escursioni sui passi da li’ facilmente raggiungibili, e’ stata cosi’ la naturale scelta per individuare il punto di partenza del nostro tour.
Si parcheggia l’auto a Pozza di Fassa, in un ampio parcheggio gratuito, adiacente alla ciclabile e si parte in direzione di Canazei, tenendo la sinistra orografica del fiume Avisio e pedalando quindi su strade forestali perfettamente manutenute. Arrivati a Canazei, si percorre per poche centinaia di metri la strada delle Dolomiti, in direzione Campitello di Fassa (si torna indietro in pratica) ed arrivati all’altezza dell’Hotel “Il Caminetto”, iniziamo ad arrampicarci (salire e’ limitante… le pendenze sono fin da subito veramente impegnative) sulla Strada Forestale So Ronch che va ad innestarsi sulla asfaltata Stre’da de Fosse’l che ci porta in Val Duron.
Si percorre tutta la Val Duron, con pendenze molto impegnative su fondo asfaltato nella primissima parte e proseguendo poi su fondo ghiaiato che inizia a mettere a dura prova (superata) sia la scelta delle coperture utilizzate (45mm – 1,8 pollici), sia l’utilizzo dei rapporti (rapporti che utilizziamo su tutti i percorsi ormai da anni… 48-32 x 11-40… il 32×40 in alcuni casi ci e’ stato davvero stretto…). La Val Duron (puoi vedere il video sul nostro profilo YT o nella pagina dedicata ai video) si presenta come una valle con un’altimetria non uniforme: la sua prima parte presenta pendenze impegnative per circa 2,5 km per poi diventare una piacevole pedalata nella sua parte centrale per circa 4 km, terminando di nuovo con un’impennata della pendenza per altri 2 km fino al raggiungimento dell’omonimo passo, il Passo Duron appunto, poco sopra i 2000 metri di quota.
Il nostro percorso ha deviato poi verso il Rifugio Alpe di Tires per raggiungere successivamente anche la Forcella Denti di Terrarossa (a piedi, in parte…).
Dal Passo Duron, per raggiungere il Rifugio Alpe di Tires si devono percorrere poco meno di 2 km, con un dislivello positivo di quasi 300 metri (non lasciatevi ingannare dal mero calcolo matematico della pendenza media, che sarebbe “solo” del 15% poiche’ in un paio di punti si perde leggermente quota ed in effetti ci sono circa 900 metri con pendenza media intorno al 20%, con punte al 25%, su ghiaia e cemento). Come nostro uso e nostra mentalita’, arrivati al Rifugio Alpe di Tires, ci siamo concessi una pausa culinaria a base di uova-speck-patate e di kaiserschmarren (era uno dei punti chiave del programma del Tour…).
Dal Rifugio Alpe di Tires siamo poi andati verso la Forcella Denti di Terrarossa, per una prima parte pedalando su un sentiero per poi “parcheggiare” e proseguire a piedi nell’ultima parte. Dalla Forcella si apre una vista spettacolare praticamente a 360° e si vede bene il gruppo del Sassolungo/Sassopiatto, il Gruppo del Sella, l’Altopiano di Siusi (tutte mete toccate dal nostro giro), il gruppo delle Odle e molte altre catene e massicci Dolomitici.
Dalla Forcella ridiscendiamo per la stessa strada da cui eravamo saliti, ritornando al Passo Duron (con piccola deviazione “panoramica”) proseguendo verso l’Altopiano di Siusi e trovandoci a pedalare di fronte al Gruppo dello Sciliar proprio sull’Altopiano in un “morbido” saliscendi tra prati e malghe… un vero paradiso.
Girando in senso orario pedaliamo cosi’ dapprima avendo di fronte il Massiccio dello Scilliar, poi il Gruppo delle Odle e poi il Sassopiatto ed il Sassolungo, verso cui ci dirigiamo lungo Saltria, Monte Pana e, raggiunto Mont de Seura, dopo una breve discesa risaliamo verso il Rifugio Comici, scegliendo il sentiero 526B-528 spingendo la bicicletta per qualche metro (in alternativa si puo’ procedere lungo la pista da sci, in salita, come fatto in precedenza, ma il sentiero ci attira molto di piu’ ed offre viste decisamente selvagge e spettacolari).
Arrivando al Rifugio Comici, da questo versante, la vista si apre di fronte a noi sul Gruppo del Sella (altra vista mozzafiato) e continuiamo in pratica a girare intorno al Sassolungo, continuando a tenerlo alla nostra destra, dominati dalla sua imponenza mentre iniziamo l’attraversata della Citta’ dei Sassi, altro luogo suggestivo e ricco di viste emozionanti… arrivando cosi’ agli impianti di risalita della Furcela de Saslonch, passati i quali, percorsi pochi metri sulla SS242 subito abbandonata ben prima che arrivi al Passo Sella, puntiamo verso il Rifugio Valentini da cui inizia la discesa verso Canazei, percorrendo il sentiero E655 che collega proprio il Rifugio Valentini a Canazei.
La prima parte e’ “facile” e panoramicamente, complice la luce che inizia a calare (stiamo entrando nella famosa “golden hour”), veramente spettacolare (sono veramente pochi i punti che non riusciamo a definire tali in questo tour); nella seconda parte della discesa, quella che ci portera’ ad incrociare la SS48 Delle Dolomiti all’altezza dell’Hotel Lupo Bianco, entriamo nel bosco continuando a scendere sempre lungo il sentiero E655 che in questo tratto e’ comunque piu’ assimilabile ad una strada forestale vista la sua larghezza e compattezza, nonostante qualche necessaria attenzione in piu’ a causa di alcuni passaggi piu’ smossi (importante non farsi prendere troppo la mano dalla velocita’).
Dopo il Lupo Bianco, percorriamo alcune centinaia di metri sulla SS48 e poi andiamo di nuovo a buttarci in offroad, entrando in un boschetto e trovandoci per qualche centinaio di metri a scendere per sentieri segnati e tracciati dai bikers e ritornando poi sul sentiero E655, fino a Canazei… dove si rientra sulla ciclabile, questa volta destra orografica del Fiume Avisio, asfaltata per la maggior parte, per “riposare” un po’ prima di arrivare di nuovo a Pozza di Fassa e terminare il nostro Tour.
Di seguito il video caricato sul nostro canale YT che cerca di “riassumere” in immagini, tutto quello che abbiamo provato a raccontare a parole, fino ad ora e il link alla traccia, caricata su Komoot dell’intero Tour.