Nel 2020 la “scoperta” di questo itinerario fattibile (con le gamba e i rapporti giusti) in Gravel (vedi precedente resoconto)
Nel 2021 siamo tornati; pochi ma buoni e con in testa tutti la stessa idea: godersi il percorso senza aver fretta di correre via o di non fermarsi a mangiare in una delle splendide malghe presenti sull’Altopiano di Siusi (per l’occasione pedalato un po’ di piu’).
Punto di partenza di nuovo Pozza di Fassa per avere qualche chilometro di ciclabile (poca, siamo rimasti nella forestale sul lato opposto dell’Avisio, bellissima!!!) per scaldare le gambe.
Questa volta la salita parte da Campitello, la salita “ufficiale” passando davanti alle decine di turisti che in fila attendono i bus navetta che li porteranno in quota… turisti che ci guardano un po’ sgranando gli occhi consapevoli (noi come loro) di quello che ci aspetta (sia in termini di fatica che in termini di paesaggi). La prima rampa con pendenze fino al 28% (VENTOTTOPERCENTO) mette subito a dura prova le doti di equilibrismo della combriccola ma nessuno vuole mollare e mettere piede a terra: missione compiuta!
La salita per la Val Duron prosegue poi in modo abbastanza irregolare con pendenze che variano dal 10% al 18% fino a che, raggiunto il Rifugio Micheluzzi, la strada spiana e la valle si apre, in tutta la sua bellezza. Si prosegue per qualche chilometro e poi si ricomincia a salire di nuovo con pendenze molto impegnative fino al Passo Duron. Al Passo Duron un rapido sguardo tra di noi e non serve nemmeno dirlo: si sale su fino al Rifugio Alpe di Tires, consapevoli (non proprio tutti) di quello che ha da venire…
Al Rifugio Alpe di Tires si arriva uno per volta: impossibile aspettarsi per restare in compagnia, la salita e’ cosi’ dura che il ritmo lo decide lei, si tratta solo di fare una pedalata dopo l’altra, salendo lentamente e… sopravvivendo. I “sopravvissuti” arrivano, tutti, e il panorama e’ lo stesso che abbiamo negli occhi ancora dall’anno scorso: semplicemente UNICO. Alla Forcella Denti di Terrarossa poi il panorama e’ FRONTE/RETRO: da un parte la vista sull’Altopiano di Siusi e dall’altra la vista su Sasso Lungo/Sasso Piatto, più vicini, e poi sul gruppo del Sella piu’ in lontananza. In pratica da li’ si vede esattamente dove proseguira’ il nostro itinerario di giornata.
Rapida (si fa per dire perche’ se si mollano i freni non ci si ferma pie’) discesa di nuovo verso Passo Duron e poi si prosegue verso l’Altopiano di Siusi che quest’anno percorriamo un po’ più a lungo spingendoci fino a Punta di Razzes-Compatsch (dove ci fermiamo a mangiare in malga, kaiserschmarren ovviamente) ritornando poi (prima salendo, poi in discesa) verso Saltria percorrendo un divertente singletrack tra prati e boschi.
Da Saltria si riprende la forestale che ci riporta poi verso Monte Pana e poi verso Monte Seura mentre i profili del Sasso Lungo e del Sasso Piatto si avvicinano sempre di piu’ fino a dominarci letteralmente (il percorso passa a poche decine di metri proprio dalla roccia dolomitica che impennandosi verso il cielo va a formare il Sasso Lungo) prima di iniziare la risalita verso il Rifugio Emilio Comici e di proseguire poi attraversando la Citta’ dei Sassi fino agli impianti di risalita Furcela de Saslonch in una nuova divertente discesa.
Breve tratto verso il Rifigio Valentini e, lasciandoci il Passo Sella sulla sinistra, iniziamo a scendere verso Canazei sempre su strada Forestale, inizialmente molto panoramica e tecnicamente non troppo impegnativa e successivamente, quando si entra nel bosco, un po’ piu’ “da guidare” in alcuni tratti. Arrivati al Lupo Bianco, un breve tratto su asfalto e poi di nuovo offroad fin giu’ a Canazei dove, presa la ciclabile, torniamo verso Pozza di Fassa.
Per un giro come questo (73 km, 2200 mt D+) servono sicuramente rapporti generosi (consigliato minimo 30×40) e coperture altrettanto “comode” per una Gravel (700×40 o 650×45 quelle utilizzate) e ovviamente una buona gamba.
Di seguito il video relativo al giro del 2020, mentre in precedenza era presente il video del tratto dalla Forcella Denti di Terrarossa fino al Rifugio Alpe di Tires.