Lascia o raddoppia? Dopo il giro dell’anno scorso in cui pensavamo di aver raggiunto vette (non solo “morfologiche”) difficilmente eguagliabili in fatto di bellezza di paesaggi e contesti quest’anno siamo tornati e, dopo aver replicato (con qlc variante) il giro del 2020 in Val Duron e sull’Alpe di Siusi, ci siamo spostati sul versante opposto della Val di Fassa.
Partenza sempre da Pozza di Fassa dirigendoci in leggera discesa verso Moena da dove iniziamo a salire verso il Passo San Pellegrino alternando tratti sulla strada asfaltata (SS346) a tratti su strade secondarie adiacenti o su forestali; arrivati al Passo San Pellegrino proseguiamo quindi verso il Rifugio Fuciade su una strada semipianeggiante (inizio su asfalto poi su bella strada bianca) andando verso il primo dei nostri traguardi di giornata (molta gente affolla il rifugio e facciamo una “toccata e fuga” senza sosta) in un contesto e con panorami davvero da favola. E se il buongiorno si vede dal mattino…
Scendendo dalla stessa strada facciamo una brevissima risalita verso Cima Uomo, per poi tornare a ridiscendere verso il Passo San Pellegrino e di nuovo per la stessa strada percorsa precedentemente fino a circa meta’, dove deviamo sulla Strada forestale Fraina prima (in leggera discesa) e poi sulla Strada Forestale Frate de Franch percorrendo un tratto in salita con pendenza costante intorno al 10% per arrivare di nuovo in leggera discesa al Rifugio La Rezila, dove pranziamo (rifugio consigliatissimo sia per le pietanze sia da vedere per gli arredi interni molto caratteristici).
Dopo aver pranzato (occhio a non esagerare…) riprendiamo la nostra strada, in salita, sempre su forestale, molto impegnativa (meno di 2 km con pendenze costantemente tra il 12%-15%) per arrivare al Passo Lusia dove si trova l’omonimo Rifugio Passo Lusia e da cui si gode di una vista e di un panorama a dir poco da togliere il fiato… difficile non emozionarsi di fronte a questo.
Dal Passo Lusia, percorsi quindi poco piu’ di 40 km, cominciamo a dirigerci verso la Val Venegia percorrendo una strada forestale in falsopiano a scendere raggiungendo Malga Bocche: i panorami continuano a susseguirsi iniziando a mostrare le Pale di San Martino, sotto cui passeremo di li’ a poco, risalendo, appunto, la Val Venegia. Da Malga Bocche scendiamo da un sentiero nel bosco con alcuni passaggi particolarmente ostici che preferiamo affrontare a piedi, per non rischiare di cadere: poche decine di metri. Raggiungiamo cosi’ la strada forestale Val Miniera, molto bella ed ampia, che va ad inserirsi sulla SP81 del Passo Valles che, percorsa per circa 2 km verso il passo, ci introduce alla Strada Val Venegia: inizialmente la vista e’ chiusa dagli alberi e dal bosco, finche’ si arriva all’ultimo parcheggio disponibile per le auto; qui la vista si apre completamente sul Monte Mulaz e sulle Pale di San Martino.
Si continua quindi a risalire la Val Venegia con vista a destra sul torrente Terragnolo e, con pendenza costante e non troppo impegnativa, dopo aver attraversato la piana subito dopo malga Venegiota, su fondo sterrato ma compatto, affrontiamo una serie di tornanti e arriviamo fino a Baita Segantini (e saliamo ancora in direzione Punta Rolle per godere del panorama anche sul Passo Rolle, sotto le Pale di San Martino).
Scendendo quindi verso Baita Segantini proseguiamo la discesa verso Malga Juribello lasciandoci il Passo Rolle alla nostra sinistra e continuando dopo Malga Juribello percorriamo un tratto di strada forestale che ci porta verso la SS50 del Passo Rolle; percorriamo un paio di chilometri in discesa, svoltando poi bruscamente a sinistra su Strada Forestale Prati di San Martino che, attraversando boschi di abeti di risonanza, ci porta fino al Lago di Paneveggio che costeggiamo su Strada Forestale Ceremana.
La discesa verso Predazzo continua percorrendo una serie di tratti forestali nei quali, al nostro passaggio, sono in corso dei lavori di consolidamento e di sistemazione sia dei boschi che delle strade e con precise indicazioni ritorniamo su Strada Forestale Valonat-Calvario arrivando ad oltrepassare il ponte sospeso sul Torrente Travignolo (lo stesso della Val Venegia…) e proseguiamo verso la zona di Sottosassa prima di arrivare a Predazzo.
Da Predazzo ritorniamo quindi a Pozza di Fassa percorrendo la bella ciclabile, sempre in leggera salita e terminiamo quindi la nostra escursione.
Valgono le stesse raccomandazioni fatte per l’altro Tour Dolomitico: rapporti generosi (consigliato minimo 30×40) e coperture altrettanto “comode” per una Gravel (700×40 o 650×45 quelle utilizzate) e ovviamente una buona gamba per un giro di oltre 100 km con quasi 2600mt D+.
Di seguito il video relativo all’escursione