INTRODUZIONE
Siamo alla vigilia di Pasqua 2021, la seconda in ZONA ROSSA, dovuta al Lockdown per la Pandemia da Covid-19 che da oltre un anno ci sta tenendo, piu’ o meno, imbrigliati e bloccati.
Un passo indietro: qualche giorno prima riguardando fotografie e video di vecchi giri gia’ fatti, l’occhio cade su una delle escursioni nella zona Bresciana del Garda, quella con le strade forestali e militari (questa), effettuate proprio alla fine del precedente lockdown, non essendo ancora possibile uscire dalla regione.
Non ci si puo’ nemmeno ancora muovere in auto quindi quel giro da farsi durante le ore libere dal coprifuoco (5-22) e’ praticamente impossibile… o no?
Inizia il lavoro di preparazione del percorso su Komoot e alla fine, rinunciando alla parte piu’ a nord della Valvestino, il percorso che ne esce e’ affrontabile in giornata. Deciso: si va, in solitaria (la compagnia va bene ma quando si fanno certe escursioni bisogna essere sicuri delle condizioni e della preparazione fisica di tutti i partecipanti).
L’ESCURSIONE
Mantova, sabato 3 aprile: sveglia ore 5:30, colazione abbondante, ultimi controlli su tutta l’attrezzatura e alle 6:35 sono in bicicletta, il sole non e’ ancora sorto e l’aria frizzante sulla faccia aiuta il risveglio. Procedo spedito verso i Colli Morenici, direzione Nord-Ovest; la scelta e’ di percorrere i primi 35 km circa su strade asfaltate, poco trafficate in questi orari (infatti non trovo nessuno) per arrivare il piu’ velocemente possibile nelle zone che mi interessano e da li’ iniziare il percorso veramente Gravel (e poi i primi 35 km in Gravel ormai li so a memoria in quasi tutte le salse e strade possibili).
Alle 8.00 (km 40) sono all’Happy Ristoro di Lonato (la cui scelta dei titolari di tenerlo chiuso durante il lockdown rafforzato pasquale, condivido) e dopo una breve sosta di “autorifornimento” riparto in direzione Vobarno, iniziando a percorrere strade bianche e ciclabili.
La preparazione del giro ha tenuto conto anche del fatto che molti bar e strutture saranno chiusi in questo weekend e quindi le provviste che porto con me sono sufficienti per coprire buona parte del percorso che dovro’ effettuare. So che non saranno sufficienti, cosi’ arrivato a Castrezzone (km 67), mi infilo in un supermarket lungo la strada e mi faccio preparare 2 panini supplementari da portare con me.
Proseguo lungo ciclabili e strade bianche fino a Vobarno (km 84 circa) ed inizio a risalire la Val Degagna, entrando nel territorio della Riserva Naturale Regionale Sorgente Funtani’. Arrivato al centro abitato di Eno (km 92) approfitto per fare rifornimento di acqua (la prossima fontana sicura sara’ a Capovalle (km 108), dopo aver percorso altri 10 km di salita e 5 di discesa (gli ultimi 10 tutti su forestale).
Dopo Eno la strada continua a salire fino al Passo Cavallino della Fobbia (km 97,5) su strada asfaltata, al momento in via di rifacimento (ora di fatto per almeno 4 km e’ gia’ gravel).
Al Passo del Cavallino della Fobbia inizia la parte piu’ interessante ed il motivo principale della mia escursione: inizio a percorrere la strada forestale per Coccaveglie, che prosegue poi fin sotto le pendici del Monte Manos.
Questa strada forestale in terra battuta, con alcuni tratti cementati nei punti di maggiore pendenza o pericolosita’, sale per circa 4 km offrendo viste e panorami davvero invidiabili (vedi video su YT-anche in fondo al racconto) e da cui si riesce in un paio di punti ad intravedere anche il Lago d’Idro ed il Santuario della Madonna di Rio Secco.
Arrivato in cima, mi fermo per rifocillarmi (uno dei 2 panini del supermarket) e percorso 1 km circa in leggera discesa, inizio la discesa vera e propria (5 km) , sempre su strada forestale, verso Capovalle; questo tratto di strada e’ decisamente con un fondo piu’ sconnesso e smosso di quello precedente e necessita di un po’ di attenzione supplementare alla guida: problema in parte risolto dal fatto che per i primi 2 km abbondanti mi trovo con la strada ancora ricoperta dalla neve e sono costretto a scendere a velocita’ ridottissima, alternando tratti in sella e tratti a spinta (vedi precedente video con discesa pulita).
Arrivo cosi’ al Passo San Rocco, poco sopra Capovalle (km 108), quasi a meta’ della strada prevista e con circa 1.700 mt D+ percorsi (ed inizio a farmi delle domande sugli altri 1.000 mt D+ che dovrei ascendere visto che da qui dovrei avere ancora solo qualche risalita, ma breve… sbagliatissimo).
Appena dopo Capovalle (km 109) inizia una parte un po’ piu’ OFF Gravel andando subito a svoltare a destra su un sentiero che ci porta a costeggiare il Rio Lanech, uno dei numerosissimi torrenti che vanno poi a confluire nei laghi artificiali della Valvestino. Qui siamo decisamente in un contesto molto piu’ selvaggio e, allo stesso tempo, affascinante: nella prima parte si alternano tratti in mezzo al bosco a singletrack vicino al torrente che in alcuni punti si apre a formare piccolissimi laghetti con acque cristalline; nella seconda parte, alternando alcuni tratti a spinta (per le fortissime pendenze ed il fondo roccioso) a parti pedalate, procedo sempre su singletrack lungo un sentiero in costa alla montagna con una spettacolare vista sulla valle sottostante ed arrivo cosi’ al paese di Bollone (km 114) da cui scendo su strada asfaltata fino al paese di Molino di Bollone, sulla S.P. 9, portandomi a pedalare, costeggiandoli, verso i laghi artificiali e la diga della Valvestino.
Arrivo a Navazzo (km 130). Volendo potrei proseguire tutto su asfalto scendendo a Gargnano, poi in strada Gardesana fino a Salo’ ma il percorso che ho preparato e’ volto a cercare di evitare, ove possibile, l’asfalto per andare a pedalare prevalentemente in offroad.
La scelta quindi, a Navazzo, e’ di prendere per la strada forestale che passa per localita’ Le Camerate e che mi porta poi a scendere dal ripido sentiero (ora sistemato con gradoni artificiali) nella Valle delle Cartiere, costeggiando il Torrente Toscolano grazie al quale, appunto, fin dal tardo Medioevo trovò sviluppo la fabbricazione della carta (ora cessata, l’ultima cartiera ha chiuso ne 1961). La Valle delle Cartiere e’ veramente molto bella ed affascinante e dal punto di vista turistico merita sicuramente una visita.
Arrivo quindi a Toscolano Maderno (km 140) e, fedele alla scelta precedente, opto per non procedere lungo la Gardesana ma torno a salire verso l’interno percorrendo strette stradine che si arrampicano alternate a tratti di strade bianche, attraversando i paesi di Bezzuglio, Fasano di Sopra, passando a fianco del Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, proseguendo per Morgnaga e rientrando in Gardesana a Barbarano, poco prima di Salo’ (km 148).
A Salo’ torno a pedalare su strade a me ormai arcinote e conosciute (e sempre belle e piacevoli), quelle della ciclabile delle Valtenesi “bassa” (come la definisco io poiche’ e’ quella che resta piu’ vicino al Lago di Garda (mentre all’andata avevo percorso una parte di quella “alta”), ripassando per Desenzano (km 175) e tornando quindi verso le Colline Moreniche dove, sempre fedele all’idea Gravel, percorro strade bianche ed a bassa percorrenza di traffico veicolare attraversando le zone risorgimentali di San Martino della Battaglia (km 183), Pozzolengo e poi Castellaro Lagusello (km 193) e Volta Mantovana per poi prendere per un breve tratto la ciclabile del Mincio passando per la Riserva Naturale di Bosco Fontana, la tenuta di caccia dei signori di Mantova, i Gonzaga (km 220).
Sono le 21.30 e ormai sto viaggiando da circa un’ora con il fanale a farmi luce sulla via del ritorno e a Mantova (alle sue porte in realta’), dove aveva avuto inizio l’escursione, concludo questa lunga giornata in bicicletta, dopo aver percorso circa 230 km, con 2.843 mt D+ (misurati dal Garmin) o 2.660 mt D+ (ricalcolati da Komoot) soddisfatto ed appagato, come spesso capita, dalla vista di panorami splendidi e dalla continua scoperta e riscoperta di un territorio e di un paese (l’Italia) che ha tanto da offrire e che, con l’utilizzo dei mezzi giusti (ed il Gravel ritengo lo sia), riesce ancora a continuare a stupirmi.
ALCUNI DATI
km totali percorsi: 230, mt D+ misurati: 2.843
tempo pedalato: 11h 52′ 57″, tempo totale: 14h 52′ 48″
peso della bicicletta a pieno carico come in fotografia: 18 kg
alimentato con: 2 panini, 2 toasts, 3 barrette, 2 gel, maltodestrine + 4,5 lt di liquidi vari assunti
pressione pneumatici 2,5 BAR, Kenda Flintridge 700×40
supporti video utilizzati: 2 GoPro Hero 7 Black, GoPro Hero 5 Session, Insta360 One R, Panasonic Lumix TZ70, DJI Mavic Mini
Un ringraziamento agli sponsor tecnici del Gravel Club:
Nalini, Ethen Italy, Tsunami Carbon Project, Redshift Sports, Komoot
Volevo già chiedertelo su Strava quando ho visto l’uscita, poi mi son dimenticato. I gradini a scendere da Gaino alle cartiere sei riuscito a farli tutti in sella? Se sì quanto ti ha aiutato il Red shift? È un piacere leggere delle mie strade raccontate da un altro.
Ciao Marco.
Si, li ho fatti tutti in sella ma devo confessare che non sono stati una passeggiata (ero già sceso l’anno scorso in un altro giro e questa volta ho avuto qlc dubbio in più su alcune linee).
Su quei “dislivelli” il Redshift aiuta ma la sua parte importante lo fa non tanto su dislivelli importanti (sui gradoni) ma su quelle continue “microvibrazioni” che alla lunga si accumulano a livello muscolare e possono diventare stressanti.